Salute e Medicina (Health and Medicine IT)
Emicrania: cosa sappiamo a riguardo?

Emicrania: cosa sappiamo a riguardo?

Riassunto:

  • Una persona su due soffre di cefalea.
  • L’emicrania è una malattia cronica che si verifica dalle due alle tre volte più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini.
  • Le cause specifiche alla base dell’emicrania non sono ancora del tutto chiare, ma la ricerca ha fatto progressi importanti negli ultimi anni.

Sapevate che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in media una persona su due soffre di cefalea [1]? Questo termine include l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo e la cefalea da abuso di farmaci. In questo articolo, che pubblichiamo in risposta alla curiosità dei nostri lettori riguardo l’argomento, ci concentreremo principalmente sull’emicrania, nello specifico sulle ultime scoperte ed alcuni dei trattamenti disponibili. L’articolo non ha come obiettivo quello di stilare una lista completa di questi ultimi.

L’emicrania viene definita cefalea primaria, in riferimento al fatto che non è causata da un evento traumatico o da una patologia nota. Colpisce soprattutto gli adulti tra i 35 ed i 45 anni di età e le donne ne sono affette dalle due alle tre volte più frequentemente rispetto agli uomini [1]. Questo sembra essere correlato alle fluttuazioni ormonali che avvengono nelle donne a seguito della pubertà [2]. Si tratta di un disturbo cronico, caratterizzato perciò da attacchi ricorrenti, di intensità variabile. Il dolore viene spesso percepito in un solo lato della testa e può durare da poche ore fino a diversi giorni. Anche la nausea viene spesso associata a questi attacchi dolorosi, mentre altri sintomi, come irritabilità e ridotta capacità di concentrazione, possono presentarsi durante la cosiddetta “fase premonitoria”, che precede di poco il doloroso evento.  L’attacco è spesso seguito da “postdromi”, una fase post-attacco caratterizzata da un generale senso di disagio e stanchezza. Meno frequentemente, gli episodi possono essere accompagnati da alcune forme di deficit neurologici definiti con il termine “aura”. Si pensa che questi sintomi derivino da una forma di disregolazione di alcuni processi sensoriali nel cervello e l’emicrania è, infatti, considerata da alcuni neuroscienziati “come uno stato cerebrale di eccitabilità alterata” [1, 3].

Non si comprendono ancora a pieno le cause esatte responsabili degli attacchi [4], ma la ricerca ha fatto importanti progressi a riguardo, negli ultimi anni. Infatti, nel 2021, il “Brain prize” – uno dei premi più prestigiosi nel campo delle neuroscienze – è stato conferito a quattro scienziati “per il loro lavoro rivoluzionario sulle cause ed il trattamento dell’emicrania” [5]. Il loro sforzo collettivo ha portato alla scoperta del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) come fattore chiave nell’innesco degli attacchi di emicrania. Si stanno studiando anche svariate altre molecole endogene, per il loro ruolo nell’insorgenza dell’emicrania, e gli specialisti potrebbero prescrivere diversi tipi di farmaco a seconda del caso specifico, dal momento che l’emicrania è, di per sé, una patologia molto complessa ed eterogenea. Qui ci concentriamo in particolare sul CGRP, considerato dagli esperti uno dei bersagli più importanti per lo sviluppo di una terapia contro l’emicrania [6]. Questo peptide è prodotto nel cervello ed ha un forte effetto vasodilatatore, oltre ad avere un ruolo chiave nel modulare alcune funzioni neurali. Si è scoperto un incremento dei suoi livelli nel sangue durante gli attacchi di emicrania ed è anche in grado di innescarne uno, se somministrato ad un soggetto che soffre di questa malattia in modo cronico [7].

A seguito di queste osservazioni, negli scorsi anni sono state sviluppate due classi di terapie farmacologiche: i cosiddetti gepanti, che antagonizzano l’effetto di CGRP, e gli anticorpi monoclonali (anticorpo monoclonale) diretti contro lo stesso CGRP, oppure uno dei suoi recettori cellulari. Mentre i gepanti sono efficaci per il trattamento della fase acuta, gli anticorpi monoclonali sono raccomandati per prevenire gli attacchi [8, 9, 10, 11]. Tra questi ultimi, erenumab è stato il primo ad essere autorizzato sia dalla US Food and Drug Administration (FDA), sia dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2018 [11, 12].

È importante sottolineare che le cefalee, compresa l’emicrania, sono riconosciute dalle istituzioni sanitarie come causa di “notevole fardello su chi ne soffre, che comporta talvolta una considerevole sofferenza personale, una compromissione della qualità della vita e costi finanziari. Ripetuti attacchi di mal di testa, e spesso il timore di quello successivo, danneggiano la vita familiare, la vita sociale e l’attività lavorativa.” [1]. Inoltre, l’OMS segnala una maggiore possibilità, in un paziente affetto da cefalea cronica, di sviluppare altre malattie, tra cui ansia e depressione, riscontrate notevolmente più di frequente in persone che soffrono di emicrania [1]. Il fatto che si tratti di patologie non potenzialmente letali o contagiose, si traduce in una scarsa consapevolezza generale sul loro impatto sulla vita delle persone ed anche riguardo le cure disponibili. Ancora l’OMS, ha stimato che la metà delle persone affette da cefalea preferisce ricorrere all’automedicazione e non considera un consulto medico ai fini di un trattamento più specifico [1].

Con questo articolo, speriamo di promuovere la consapevolezza riguardo questo argomento, sia nel pubblico generale, sia nelle persone affette personalmente da questa classe di malattie.

Bibliografia:

[1] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/headache-disorders [visited on: 14.12.2022]

[2] https://www.nature.com/articles/d41586-020-02867-4 [visited on: 27.01.2023]

[3] Goadsby P.J., Holland P.R. , Margarida Martins-Oliveira, Hoffmann J., Schankin C., Akerman S. Pathophysiology of Migraine: A Disorder of Sensory Processing. Physiological reviews (2017)

[4] https://www.nhs.uk/conditions/migraine/causes/ [visited on: 14.12.2022]

[5] https://lundbeckfonden.com/the-brain-prize/the-brain-prize-winners [visited on: 14.12.2022]

[6] Negro A., Martelletti P. Gepants for the treatment of migraine. Expert Opin Investig Drugs. Epub (2019)

[7] Hansen J.M., Hauge A.W., Olesen J., Ashina M. Calcitonin gene-related peptide triggers migraine-like attacks in patients with migraine with aura. Cephalalgia (2010)

[8] Edvinsson L. Role of CGRP in Migraine. In: Brain, S., Geppetti, P. (eds) Calcitonin Gene-Related Peptide (CGRP) Mechanisms. Handbook of Experimental Pharmacology (2019)

[9] Sacco S., Amin F.M., Ashina M. et al. European Headache Federation guideline on the use of monoclonal antibodies targeting the calcitonin gene related peptide pathway for migraine prevention – 2022 update. J Headache Pain (2022)

[10] https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/vydura [visited on: 14.12.2022]

[11] Andreou A.P., Fuccaro M., Lambru G. The role of erenumab in the treatment of migraine. Ther Adv Neurol Disord. (2020)

[12] https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/aimovig#authorisation-details-section [visited on: 14.12.2022]